giovedì 17 settembre 2009

Ieri

Ho conosciuto una puttana.

Le avrei offerto un po' di rispetto, ma sto cercando di smettere di fumare.

Non mi ha detto il suo nome. Non lo avrei ricordato, in ogni caso.

Non ha chiesto altro che la mia solidarietà.

domenica 30 agosto 2009

Ditemi chi sono?

Un cappellaio matto.
Il collezionista di farfalle.
Un cane di pezza.
Un ragazzo ubriaco e pazzo che ormai non c'è più.
Un neonato strangolato da catene d' amore e oro.
Un anello di polvere e argento.
L' immagine che sorride e si allontana sulla superficie opaca di uno specchio sporco.
Un sognatore. Un cantastorie. Un vecchio dagli occhi bianchi,
accompagnato da un bambino.
Sono la storia che è dentro di te. Sono il tuo tempo.
Sono un susseguirsi di scelte.
Sono un superstite del caso.
Sono un pronome effimero, sono un' illusione della coscienza.
Sono un trafficante di ricordi.
La tua natura mortale.

Ditemi chi sono...

lunedì 27 aprile 2009


Come se esistesse altro brivido fuor di queste
Elude pelle candida le mie labbra morbide
Schiuse in divenire di mordere
Eppur si muove, sospiro diafano,
in tormentati diaframmi
esula il piacere e gocce bianche
esplode d’aria e voce tremore
e un solo vago istante
così offende vanità del tempo

lunedì 19 gennaio 2009

istamina e Baudelaire

ODIO
la consapevolezza di vivere
rubando volti d' angoscia
ai sogni d' altri
la mia realtà allucinata
non è un fiore del tuo male
ma un frutto della mia coscienza

Perchè non ho bisogno di far scorrere rime
come ombre fredde in uno sguardo opaco
per essere maledetto basta un cuore
e Fortuna




Quand le ciel bas et lourd pèse comme un couvercle
Sur l'esprit gémissant en proie aux longs ennuis,
Et que de l'horizon embrassant tout le cercle
Il nous verse un jour noir plus triste que les nuits;
Quand la terre est changée en un cachot humide,
Où l'Espérance, comme une chauve-souris,
S'en va battant les murs de son aile timide
Et se cognant la tête à des plafonds pourris;
Quand la pluie étalant ses immenses traînées
D'une vaste prison imite les barreaux,
Et qu'un peuple muet d'infâmes araignées
Vient tendre ses filets au fond de nos cerveaux,
Des cloches tout à coup sautent avec furie
Et lancent vers le ciel un affreux hurlement,
Ainsi que des esprits errants et sans patrie
Qui se mettent à geindre opiniâtrement.
- Et de longs corbillards, sans tambours ni musique,
Défilent lentement dans mon âme;
l'Espoir,Vaincu, pleure, et l'Angoisse atroce, despotique,
Sur mon crâne incliné plante son drapeau noir.

lunedì 5 gennaio 2009

Come un incubo ricorrente...


Mi chiamarono che era giá freddo. E, in qualche modo, lo sapevo.

La stringo tra le mie braccia, inginocchiato nell´acqua nera, cosí candida e nuda e peró.. non trema piú...
Quella pelle morbida... non era mai stata cosí bianca.
Fluffy si avvicina, sento il tessuto nero di un lembo del mantello sfiorare l´acqua accanto ad uno stivale di cuoio ed essere fradicio... come tutto il resto.
Mi dice -andiamo-.
Non posso lasciarti andare un´altra volta. Anche se lo sapevamo tutti e due.
La notte é illuminata di un pallore spettrale, quasi che l´acqua sudasse il suo vapore bianco. E sono tutti lá.
Se ne stanno intorno, ombre scure e lucide, un quasi-cerchio di fottuti bastardi a distanza di sicurezza,
a misura di braccio, a distanza di offesa, che alla pace si pensa che la pace si sfiora
aspettate, aspettate avvoltoi... blocchi di merda ed ipocrisia
avvolti nei vostri mantelli neri, infagottati nella vostra attesa spietata
non li guardo ma sento la loro presenza e li sento chiamare. -Andiamo- mi dice ancora Fluffy con la sua voce roca e suadente
da fumatore esperto. Sento una goccia di sudore attraversare una ciocca e violare la pupilla dilatata. Ma gli occhi non possono essere piú rossi di cosí
né piú lucidi. L´acqua gelida e, lentamente, perdo la sensibilitá nelle dita sotto la tua schiena a sorreggerti, il piacere nel toccarti un ultima volta.
Respiro forte e condensa bianca del mio fiato nell´aria scura. E sento impotente la forza scorrermi via dalle braccia e la presa schiudersi e il tuo corpo
candido scivolare e sfumarsi...
-Vieni!-
Fottuto pupazzo di un chiwawa. Mi lascio cadere piú a fondo nell´acqua fredda e nera e riesco ancora a vederti e ti allontani piano ed emani una luce tua,
una macchia di pallore candido sulla superficie liquida di petrolio e tenebra, le braccia aperte e gli occhi chiusi e viso sereno e capelli d´oro pallido come in un ultima
danza o un abbraccio estremo... affondo le braccia in un ultimo tentativo, sfioro le dita di una mano aperta, e poi arriva la brezza.
Aria gelida e mortale. Aria nera e puttana e una scossa fredda sotto alla camicia fradicia, incollata alla schiena. E la brezza increspa l´acqua
e distrugge per sempre la tua immagine in piccole onde di bagliore candido ed é allora che urlo. Rubo una voce al vento per ogni goccia d´anima in pezzi, per ogni goccia di quest´acqua maledetta per ogni lacrima di cuore per ogni istante di calore per ogni istante con te amore. Scaglio la mia voce contro ogni cresta di
increspature sottili e puttane e bianche e non avrei mai creduto che ci potesse stare cosí tanta aria, in questi polmoni. Urlo l´anima ed aria, e quando ho finito l´aria urlo sangue e rabbia. Lascio che l´acqua salga ai miei fianchi ed alle mie spalle tanto non c´é piú niente da spegnere... e non c´é altro calore che possano strappare.
Quando ho lasciato anche l´ultima goccia, sono pallido come lei... e sento finalmente la pelle intirizzirsi e la pace arrivare, sento il dolore sfumarsi nel freddo e tutto é piú lontano... un riposo del vento... un odiare a metá... l´acqua si chude sulla mia nuca e ciocche nere galleggiano a cornice di una luce lontana... una galleria bianca di condensa morbida. E il freddo mi avvolge e mi culla e chiudere gli occhi sarebbe...
-Torna-.
La brace sfrigola, tossisce e muore affogata a un centimetro dalla mia fronte, in testa ad un mozzicone giallo e il mantello di Fluffy.
Afferra i capelli alla nuca e strappa la testa all´acqua nera, tirandola in alto e scoprendo la gola.
-Chiudere gli occhi adesso sarebbe troppo facile-.




Vorrei spargere una lacrima per ogni battito di ciglia mancato, a guardare te. Vorrei tornare all´ombra del sole, a rivederti stringerte nell´angolo di una macchina un ragazzo capellone e pazzo mentre ti canta parole d´amore e blues vecchio di sessant´anni. Vorrei tornare a ridere di un cameriere sconvolto e di rose rosse e una bianca e sentire la tua pelle nuda assorbire calore dai miei brividi, ed aspettare l´alba avvinghiati contro un palo di ferro e fregarcene del freddo e della gente e del mondo e di tuo padre. Le ho risentite, quelle parole, le ho cantate ad un cielo buio e un pubblico di stelle insonni. Give me a kiss before you... tell me goodbye... But that kind´a lovin´...sends a man, right to his grave! so I got crazy...just like every cowboy sings his sad, sad song: every rose has its thorn! Ma é un estate finita ed un sole spento. Si riaccenderá per te, dietro gli stessi vetri e sopra gli stessi cieli. Ma non ci saranno le stesse parole azzurre ad anticipare le tue rosse e corsive... ti sveglierai sugli stessi letti (quasi tutti) ma nessuno sará azzurro. E rosso sopra. Come quel ragazzo pazzo che canta e ti sposa ubriaco ti solleva e ti porta in braccio fino all´ultima torre di legno, quella piú alta e piú stretta, mille gradini di sudore e ridere e ...una prima notte.

Si riaccenderá anche per me. Credo. A millecinquecento chilometri piú a sud e qualcuno ad est. Un altra mano, un altro dito, un altro anello, ricordi?
Non sará piú azzurro, né rosso sopra, forse. e il ragazzo pazzo é dovuto invecchiare e andare avanti. But the scar... the scar remains...
Una cicatrice di polvere ed argento. Una foto strappata e petali morti. Ma ancora rossi. C´é un motivo.
Addio.